sabato 30 luglio 2016

Opinioni? No grazie!


Prendo spunto da un post di Massimo Perissinotto che da ieri sta scatenando un autentico inferno tra disegnatori/sostenitori di manga italiani, sfociando, come al solito, nella consueta gogna mediatica nella quale l'imputato non è nemmeno coinvolto e la campana è una e una sola.
Massimo chiede, in maniera asettica ma lievemente polemica, di aver nominati autentici "Mangaka" italiani che non siano quelli da lui citati.
Lì per lì si scatena una gara a postare link a pagine di autori e aspiranti tali, ad ogni citazione Massimo risponde secco e perentorio, giusto per non dilungarsi in spiegazioni fiume.
Io lo conosco da anni, il suo stile di esposizione degli argomenti è coerente e sintetico.
Duro, secco, cinico, tagliente come un diamante grezzo.
Scomodo, spesso difficile da digerire come una cucchiaiata di sabbia, ma sempre sincero e consapevole.
Dopo aver letto nel tempo centinaia di post autoreferenziali, recensioni e commenti tutti tesi a decantare meriti e capacità varie di questo o quell'autore, ogni tanto può starci qualcuno fuori dal coro, qualcuno che abbia le idee chiare su ciò che cerca nel fumetto e lo espone senza ipocrisia.
Dal post di Perissi arrivano stilettate che non sono gradite ai più.
Ma la cosa che più mi lascia attonito è che nell'immediato il dissenso non arriva dagli autori citati, ma principalmente da chi li cita.
Da qui in poi è, come già anticipato, gogna mediatica per Massimo.

Ci si offende (in apparenza) per il modo "sgarbato" di esprimere le opinioni dell'autore trevigiano ( Frigidaire, tra le altre cose, ma lasciamo perdere il suo curriculum ) e nulla più di questo.
Addirittura qualcuno, in tutta risposta, esibisce le tavole a fumetti dello stesso Massimo deridendone lo stile non commerciale (come se la capacità tecnica o lo stile consentano o meno ad una persona di esprimere opinioni )...
C'è anche chi esordisce col "chi cazzo saresti tu" che non commento.
Spunta persino l'autrice presuntuosissima stoppata al suo esordio per un grossissimo editore nostrano per eccesso di canne e mancate consegne, una che parla tanto, da sempre, ma ancora pochissimi di noi (parliamo di misere decine) hanno avuto il piacere di avere sui lavori nella libreria...
Infine, il "colpo di grazia" arriva dal solito genio (genia) che paragona delitti quali omicidio, stupro et similia alle opinioni espresse, l'unica tra l'altro che usa un linguaggio realmente offensivo con parolacce e cazzi vari.

Ora, non sto qui a discutere su chi sia bravo o meno tra gli autori citati nel post (per me lo sono tutti e concordo con Massimo che son rari quelli definibili Mangaka e per giunta originali) ma mi soffermo su un aspetto che sui social network è purtroppo presente in misura eccessiva: Il Branco e la demolizione di gruppo di chi non è d'accordo.

Quando io leggo queste cose penso subito a loro:



Bullismo puro nascosto in un atteggiamento che proprio non comprendo ( e qualche volta purtroppo ci son cascato anche io, lo ammetto) ....
Ma lasciando perdere senza buttarla in caciara pseudopolitica, mi chiedo se questi autori e i loro avvocati difensori si sentano mai offesi quando, nonostante la bravura "universalmente" riconosciuta, mendicano (vengono costretti a mendicare) contratti di edizione con anticipi ridicoli e percentuali di vendita da fame.
No dico, non è che tutti lavoriamo per Bonelli o per la Marvel...?
Si sentono mica offesi quando le recensioni dei loro lavori arrivano da siti PAGATI (o di proprietà) dalle stesse case editrici?
Si sentono mica offesi quando sanno che, nonostante il loro sbattimento quotidiano, pochissimi tra loro sono realmente distinguibili dalla massa e se interpellate i loro fans del momento e chiedete loro il titolo di un manga preferito risponderanno sempre e solo citando un'opera giapponese?

Si sentono mica offesi quando nelle loro bacheche la maggior parte degli apprezzamenti partono sempre con un "assomigli a" "mi ricordi..." e segue sempre il nome di un altro autore x.

Noi italiani siamo indietro, indietrissimo.
Culturalmente.
O semplicemente in educazione mancata.
Potrebbe anche essere, come qualcuno si infiamma ad affermare, che il fumetto nostrano viva un momento felice, per incassi forse, perchè è un dato dovuto alla quantità, non certo per la qualità della maggior parte delle opere in circolazione...
In una cosa di certo siamo più avanti di tanti altri: L'ipocrisia.
Ma se il livello di onestà intellettuale dei nostri autori è quello che quotidianamente viene palesato sul web, c'è da pregare, però sul serio.
Molti di loro sono persone peggiori delle loro opere...
Tutto il marketing del mondo non sarà in grado di nascondere questa triste realtà.

Heil, fumettisti!




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