martedì 22 ottobre 2013

My Power


il mio pallino è ROBOTIX, chi mi conosce lo sa già...
negli ultimi 2 giorni ho completato questa:
                                                                                                         


e mentre mi accingo a preparare le altre tavole seguenti da mostrare a Lucca Comics and Games 2013, sul sito Verticalismi viene pubblicato un estratto di una mia vecchia storia, MY POWER...

Vecchia non certo per i disegni, quanto per la sceneggiatura, abbozzata la prima volta nel 2006, poi modificata varie volte nel corso degli anni.

MYPOWER su Verticalismi qui

la Storia in questione è molto semplice...
un uomo qualunque, che conduce una vita qualunque, si ritrova a vivere un'esperienza straordinaria:
in un modo misterioso acquisisce dei poteri sovrumani grazie ai quali riesce a fare praticamente tutto.
il plot è questo...
cosa accadrebbe a voi se foste al posto suo?
fareste i paladini del bene oppure comincereste a risolvervi un po' di grane personali?
siete assolutamente sicuri che il mondo vi vedrebbe come un eroe indiscusso?
forse, qualcuno cercherebbe di sfruttarvi anche senza il vostro permesso, facendovi compiere atti vergognosi anche oltre i limiti della umana "pietas"...
qualcuno sarebbe in grado di fermarvi se vi girasse il cosidetto "quarto d'ora"?
beh, la risposta a tutto ciò sta in MY POWER.
Intanto godetevi questo assaggino, tanto per gradire...

sabato 5 ottobre 2013

robottando



Ecco una carrellata di robottoni disegnati negli ultimi 6 mesi, giusto per rilassarmi un po' e tenere la mano in allenamento in vista del forcing finale delle tavole di Robotix:


    
                               







lunedì 15 luglio 2013

Il "mio" Altroquando...



Era il 1995...
Un anno particolare per me.
Fondamentale...
In febbraio terminava la mia "naia" e subito dopo iniziavo i primi passi nel mondo del fumetto professionale cominciando la mia esperienza alla Scuola del Fumetto di Milano...
In quel periodo conobbi il "micromondo" di Altroquando...
Ero ancora un pischello e disegnavo molto male ( qualcuno dice che disegni male anche adesso...confermo...!!!) ma invogliato dal mio entusiasmo e dal fascino che quel piccolo universo fatto di disegnatori semi-professionisti e super-nerd esercitava su di me, spavaldo come sempre son stato, mi presentai ai proprietari di quel negozietto(ne) a metà tra l'edicola e la libreria, con una mia pietosissima tavola, colorata a matita, in cui alcuni supereroi Marvel reggevano un improbabile logo di Altroquando.
Nonostante la qualità scarsa, ne ero orgogliosissimo.
Speravo, in cuor mio, che un giorno un mio disegno potesse essere stampato in una delle cartoline omaggio che ammiravo sul bancone ogni volta che entravo...
Ecco, la prima cosa che conobbi di Altroquando furono appunto quelle cartoline.
La seconda, e che mi convinse a ritornarvi, la gentilezza di Dino.
Accettò il mio disegno, lo guardò, sorrise paternamente sotto i suoi occhialini da contabile con la catenella al collo, lanciò uno sguardo simpatico a Salvatore, mi ringraziò come se fossi Claudio Castellini e ripose con delicatezza la mia tavola in una busta di plastica trasparente, conservandola dietro al bancone.
Non ricordo cosa comprai quel giorno...
Ma ricordo con che sensazione di gioia varcai la soglia di Altroquando per uscire e tornare a casa...
Mi sentivo accettato, per la prima volta in vita mia, parte finalmente di un mondo tutto mio, condiviso con altri esseri umani che parlavano di fumetto, lo disegnavano, lo leggevano, lo respiravano, lo vendevano...e ne sapevano ben più di me...
Non ero più solo, chiuso nella mia stanzetta a macinare e rimacinare sempre gli stessi albi Corno vecchi di vent'anni...
non ero più solo con i miei sogni.

Il tempo passò velocemente...
Ero quasi in procinto di terminare il primo anno di corso in quel di milano...
Era la primavera del 1996.
Pasqua...
Io ero tornato a casa per trascorrere le vacanze con la mia famiglia e con la mia ragazza dell'epoca...
Avevo voglia di fare.
Di mettermi alla prova.
Sapevo di avere imparato un sacco di cose e non vedevo l'ora di iniziare a provarmi sul campo.
Andai da Altroquando, come un parente lontano che viene a far visita di tanto in tanto...
Fu di nuovo Dino a "spalancarmi la porta del destino"...
Mi diede un fogliettino con un nome e un numero di telefono scritti a mano.
Mi disse, con aria seria e frettolosa:" Gioia, tu che disegni, tieni 'sto pizzino, questo ragazzo qui cerca un disegnatore..."
Felicissimo come avessi ricevuto il più bel regalo che si possa desiderare, presi il biglietto e corsi ad una cabina del telefono ( vecchi cari ricordi )...
Fu allora che conobbi Giorgio e Claudio e fu allora che nacque lo Studio Cagliostro, con tutto ciò che nel bene e nel male fece e rappresentò successivamente...
Fu allora che pubblicai per la prima volta, che partecipai ad una (piccola) mostra-mercato con un mio albo ( Futura, in parte finanziato dallo stesso Altroquando) e fu allora che nella mia incontenibile e demenziale goliardìa coniai, per conquistare l'apparentemente burbero Salvatore, il soprannome di "Nonno di Heidi"...

Il tempo non si fermò a quei giorni felici, andò avanti, impietosamente.
Le strade si divisero come giustamente prevede spesso la vita.
Non sono mai stato un gran cliente...
Mai stato uno che spende capitali di soldi in fumetti.
Però, tutte le volte che ho potuto ho cercato di far capire a Dino, Salvatore, e in seguito Filippo, quanto fosse importante per me la loro presenza nella mia vita.

Quando un anno fa ho cercato di intraprendere l'attività di editore è da loro che ho portato in seguito i primissimi albi stampati, orgoglioso come un figliolo che mostra la pagella ai genitori...

Ho visto chiudere tante fumetterie in vita mia, in varie città d'Italia, tante attività commerciali a cui in un modo o nell'altro ero legato, per vari motivi...
Ma mai avrei pensato quanto potesse essere doloroso sentir annunciare la fine di Altroquando.
Mai avrei pensato quanto potesse essere legato il mio cuore da eterno aspirante disegnatore e la mia fantasia ad un luogo, ad un microcosmo così piccolo, ma così grande al contempo da far diventare con esso Palermo stessa enorme, sconfinata, fin dove ci si può allungare con poteri cosmici, o correre veloci come il fulmine, o volare tra le nuvole più alte col mantello rosso sferzato dal vento...


Palermo non è mai stata così grande

dopo Altroquando difficilmente potrà esserlo nuovamente...
e noi insieme ad essa...

Altroquando resta nelle nostre vite
nei nostri cuori, nelle pagine dei nostri fumetti...
anche in quelli comprati ovunque...
è lì, come sempre, nel luogo dove si incontrano i sogni...
"prima stella a destra e poi dritti fino al mattino..."

Grazie di cuore per tutto

Salvatore, Dino, Filippo





con affetto

Claudio "Claps" Iemmola



sabato 13 luglio 2013

un "Cult" a 7,50 euro



Di film leggendari al cinema in vita mia ne ho visti tanti, quasi quanti quelli che mi son perso.
Lì per lì non te ne accorgi, poi esci dalla sala e senti salire dentro una sensazione gratificante, un senso di profonda soddisfazione e di felicità, ci pensi un po' e a freddo, tornando a casa, dici tra te "cacchio lo rivedrei volentieri altre 5 volte....".
Non mi succedeva da tempo.
Mi è successo ieri sera, dopo essere andato a vedere Pacific Rim...

Nulla di nuovo sotto il sole, almeno a livello di storia.
Il classico "cammino dell'eroe" e ormai, anni e anni dopo aver avuto accesso a questo grande segreto della narrazione, pochissime storie mi stupiscono e mi affascinano.
Nel caso del film di Del Toro non posso nemmeno dire che sia la caratterizzazione della storia ad essere originale, basti prendere un qualsiasi episodio di UFO Robot Grendizer o di Great Mazinger, trasporlo in film et voilà, il gioco è fatto.
Poche, pochissime volte era stato fatto in passato.
Robojox (1989) è una di quelle.



Ma erano opere passate un po' in sordina o addirittura dimenticate col passare del tempo e con l'avanzare della tecnologia nel campo della CGI (
computer-generated imagery).
Che è anche il problema (non solo il vanto) di Pacific Rim che arriva, purtroppo per Del Toro e per noi appassionati di genere, in un periodo in cui fantascienza, fantasy e (sempre più spesso) horror, attingono a piene mani, in modo forse eccessivo, dall'effettistica computerizzata, creando uno stordimento e una assuefazione negli spettatori che diminuiscono sensibilmente il "sense of wonder", obiettivo principale di tali produzioni, realmente, inevitabilmente non centrato.
Per questo motivo ho odiato i films dei Transformers.
Troppa CGI e male usata.
In Pacific Rim no.

Il film c'è e si fa notare.

"I was overwhelmed by the intense kaijū vs. giant robot action. It was fun!"...
...queste sono le parole pronunciate dal maestro Go Nagai, "stupefatto" e divertito dalle "intense" scene di lotta del film.
Parole dette proprio da colui senza il quale non sarebbe mai esistito Pacific Rim nè quasi l'intero immaginario robotico di ben 3 generazioni
di fans ( tra cui, in primis, la mia ) .

Perchè la pellicola di Del Toro è un continuo citare, un continuo ed inarrestabile atto d'amore per un genere che fece ( e che fa ancora, dopo 40 anni e più ) la fortuna del mercato animato giapponese.
ma non è una scopiazzatura, intendiamoci.
non è una mera, anche se solida, trasposizione e basta.




Dentro Pacific Rim c'è anche molto "american style", come nel Godzilla di
Roland Emmerich, quello del 1998 ( che a me piacque molto, anche solo per la presenza di Matthew Broderick e Jean Reno), un aspetto che non guasta affatto, del tutto assente nelle produzioni cinematografiche giapponesi, sempre molto algide nei casi di trasposizioni dai cartoni al cinema.
Freddezza che gli americani (buon per loro e per noi) non hanno.
Partendo dalla classica "occasione per rifarsi", vero motore trainante di tutti i film in sapore di "sogno americano", alle esplosioni e alle devastazioni immani dei migliori action movies d'oltreoceano, al design dei robot ( e anche dei mostri) che seppur debitore delle produzioni animate del sol levante rimane però spartano ed essenziale ( "funzionale" direbbe il mio ex prof della scuola del fumetto) ignorando quasi del tutto, ma solo in questo aspetto, la lezione dei vari Gundam e company campioni incontrastati di mechadesign da sempre, all'ironia di fondo che permea tutto il film, nonostante si parli di devastazione e apocalisse alle porte.

Di americano c'è persino il pistolotto pre-finale, subito sbeffeggiato alla grande dal protagonista, messo lì giusto per imprimere un minimo di epicità a ciò che avverrà dopo, ma non ce ne sarebbe nemmeno alcun bisogno in realtà, perchè Gipsy Dancer e company riescono con i soli propri ingranaggi a rendere epica un'azione che parte già "Mitica" fin da prima che inzi il film stesso.

Pacific Rim non è un'americanata, come ho letto in molti commenti ipercritici.
ormai anche usare l'aggettivo stesso è errato.
per Pacific Rim lo è ancor di più...
prima di tutto perchè Del Toro è un regista americano solo d'adozione ( faccio il pignolo), secondo perchè in tutte le sue pellicole non ha mai esagerato in certi atteggiamenti se non nei limiti della "funzionalità" sopracitata, inoltre perchè essendo un film sui "Robottoni" casomai è una Giapponesata, infine, perchè dei robot giganti che combattono dei mostri ancor più giganteschi DEVONO far danni e i danni devono essere proporzionali a chi li causa.




Sarebbe stata un'americanata se a causare tanta morte e distruzione fosse stato Bruce Willis mezzo malconcio ( dite che l'ha fatto? in ben 4 film? ops!)...

Del Toro non si è ispirato solo alle opere di Nagai, ma ad Honda e il suo Godzilla e anche a

Yoshiyuki Tomino, il "papà" di gundam.
Lo si vede soprattutto quando i robottoni si rompono, l'energia che li sostiene si esaurisce, le armi terminano le munizioni ed è giusto così, perchè gli "Jaeger" sono delle armi giganti, non degli dei.
Mi soffermo un attimo sui personaggi.
Per me sono stracaratterizzati, sia esteticamente che psicologicamente.
Di facile identificazione quindi e per me è cosa buona e giusta anche se manca un po' di profondità, ma i protagonisti sono i robot per cui ogni lamentela è fuori luogo.
Ho sentito dire che sono "stereotipati" come se fosse un crimine o un difetto grave.

Stiamo parlando sempre di un film che narra di robots giganti e di mostri vero?
O dell'ultimo di Woody Allen?

Personalmente adoro le caratterizzazioni estreme e sotto questo aspetto il lavoro di attingere dai classici personaggi giappo degli anime è stato fatto per bene considerando che non si ha a disposizione un serial intero per approfondirli ma solo due ore (seppur) abbondanti (circa) di pellicola.
E di personaggi ce n'è anche molti...
la gallery è immensa, tutta colma di citazioni nagaiane:
Dal Tetsuya al prof. Kabuto, dall' Hayato Jin a Miwa e via dicendo...

Unica vera pecca sono i nemici.
Tanto giganteschi e spaventosi i mostri "Kaiju" tanto inesistenti e banali le motivazioni dei cattivi
che li creano e li mandano contro l'umanità ( che si intravedono e basta, ma qui la lezione è quella di Neon Genesis Evangelion, l'unico vero, maturo, anime sui robottoni esistente).
Il motivo di tale mancanza lo giustifico appunto con la presenza di tanta carne a disposizione da mettere sul fuoco, un poco in più e sarebbe bruciato tutto il pranzetto di Natale.
Faccio notare che lo stesso Nagai dà spazio agli antagonisti solo nella seconda parte delle sue serie animate ( non parlo di oav, ma potrei anche includerli ) approfondendo le tematiche dei "cattivi", che alla fine poi non risultano mai essere eccessivamente crudeli e spietati ma solo eccessivamente "machiavellici"...
In Pacific Rim tutto ciò non avviene perchè qualcosa doveva essere sacrificata a beneficio di una sintesi sapiente e godibile.
Infatti, per capire i punti deboli e gli obiettivi dei nemici alieni non resta che utilizzare un meccanismo narrativo già visto in altri cult come per esempio "Independence Day", che non svelo per evitare lo spoiler...

Caro Guillermo per tutte le piccole mancanze però ti perdono ben volentieri.
mi hai citato persino
King Gori, uno dei mostri più famosi e spietati di Goldrake...
e mi hai fatto vedere persino non solo il Giappone devastato come ai bei vecchi tempi, ma anche il mondo intero, evitandomi anche la classica (davvero e tristemente) stereotipata New York fatta in pezzi.
potrei non volerti mai bene?

Insomma, se dovessi decidere IO come dev'essere un film sui robottoni vorrei fosse così.
Lo è?
Allora è perfetto.
Di più non chiedo alla vita.




Spero solo non ne facciano un secondo, non vorrei intristirmi.
I sequel spesso mi deludono.
Piuttosto già temo un'invasione anche di questo genere.
I supereroi ormai son belli che andati...

in fede
Claudio " Claps" Iemmola

lunedì 29 aprile 2013

primo Verticalismo

nel mezzo del cammin di nostra vita esordìi su Verticalismi

ecco la storia, scritta da Francesco "Paulizzo" Polizzo, disegnata dal sottoscritto disegnatorucolo (che se si impegna può fare di più) e colorata da Lazzaro Losurdo.


"godevatevela"....


il link qui:

Man vs Machine


martedì 19 febbraio 2013

io voto ragionando così... però voto!



Ci siamo.
Domenica 24  e lunedì 25 si vota.
elezioni politiche stavolta.
Eleggeremo i nostri rappresentanti per il Parlamento, sia per la Camera dei Deputati che per quella del Senato, e , di conseguenza, il prossimo Governo.
In alcune regioni si svolgeranno in contemporanea anche le votazioni amministrative regionali.

A prescindere da chi si andrà a votare, non finirò mai di sottolinearlo, l'importante è che si voti.
Non lasciate che siano gli altri a decidere per voi.
ok, un voto non fa la differenza, si tende sempre a pensarlo, ma invece no, è esattamente il contrario.
perchè il vostro voto sicuramente si unisce ai voti di chi nel bene o nel male, la pensa come voi, compiendo la vostra stessa scelta.
ad una prima occhiata sembra che i partiti, o movimenti che dir si voglia, siano sempre gli stessi.
in realtà, andando ad approfondire, qualche alternativa stavolta c'è.
non voglio suggerirla io, questo è compito vostro.
dal mio punto di vista, quest'anno di alternative ne ho ben 3.
ma questo è un mio dilemma, non un vostro.

Posso però suggerire, per grandi linee, e con molta modestia, un metodo di scelta a tutti coloro i quali non si interessano di politica, non seguono i dibattiti in tv, non leggono i giornali e in rete vanno solo per scrivere robe su Facebook o per vedere partite di calcio a sbafo (se non filmati porno).

Una cosa va detta prima di tutte.
Non votate per chi vi fa promesse incredibili, perchè la storia lo dimostra, in genere sono minchiate.
Se qualcuno vi porge qualcosa con una mano, a meno che non sia un santo universalmente riconosciuto ed acclamato, state pur certi che con l'altra cercherà di togliervi qualcos'altro per creare equilibrio e non ve ne accorgerete nemmeno finchè non sarà troppo tardi per rimediare.
In politica  e in economia vale sempre lo stesso principio della materia fisica: nulla si crea e nulla si distrugge.



Quindi se per caso volete indietro i soldi dell'IMU per la vostra casa di proprietà, pensate fin da subito che quei soldi restituiti saranno recuperati da un'altra parte.
Non pensiate che verranno presi dal recupero delle tasse non pagate da qualche riccone, perchè la lotta all'evasione in Italia è come la guerra alle zanzare d'estate.
Se poi non avete casa di proprietà, la cosa può anche non fregarvi nulla.



Questione pensioni.
Il limite al momento è fissato ai 66 anni e 3 mesi, ma entro il 2065 sarà 75 anni.
Così lo vuole l'Europa, così si è adeguata l'Italia.
Se non vi sta bene, cominciate a pensare che il problema alla fonte è appunto la comunità europea, e non il governo italiano che obbedisce alle sue regole.
la questione pensioni però mi suggerisce un altro problema, cioè quello della disoccupazione.
sono tantissimi coloro i quali son senza lavoro o senza sufficienti anni di contributi per maturare una pensione.
Qualcuno promette un reddito di cittadinanza, alternativa tra l'altro già esistente in molti altri paesi del mondo, nonchè in italia (ma solo se avete raggiunto l'età) sotto forma di pensione sociale.
da noi credo non superi di molto i 400 euro, cifra indiscutibilmente bassa per poter vivere degnamente.
si vorrebbe alzarla almeno a 1000, cifra già più utile, con qualche accorgimento, per sopperire a tutti i bisogni primari.
anche in questo caso, soppesate bene la scelta del partito che vi propone una cosa del genere, i soldi da qualche parte si devono recuperare, guardate cosa vi si propone per avere i fondi necessari a realizzare tale proposta.





Lavoro.
questione a dir poco spinosa.
dovrei dire disoccupazione, perchè chi il lavoro già ce l'ha e magari con contratto a tempo indeterminato, non gli frega nulla dei disoccupati.
chi lavora può preoccuparsi dei licenziamenti, della cassa integrazione, delle riduzioni di personale, delle tasse in busta e non che da noi in italia raggiungono livelli pari al 52% e più, a cui si aggiungono tutte quelle imposte (tipo Iva) di cui non ci accorgiamo quasi più.
disoccupati, esodati, cassa.integrati, inoccupati, la lista delle tipologie è lunga ahimè, ma quasi sempre la colpa viene data alla crisi economica, la maledetta, famigerata crisi che sta mettendo in ginocchio un po' tutti i settori.
anche in questo caso, la colpa non è solo da addebitare al malgoverno ( non solo), ma alle decisioni prese in materia di europa, o di adesione al fondo monetario internazionale.
forse, a monte, sarebbe bene riconsiderare la nostra appartenenza ai grandi sistemi internazionali.
lo so, è una questione parecchio difficile da affrontare.
però io ragiono così, forse sarà anche un ragionamento maccheronico, ma dal mio punto di vista una logica ce l'ha.
L'europa impone mobilità, elasticità.
ma se in germania perdi il lavoro, dopo due giorni ne trovi un altro, questo è sicuro.
ma in Italia?
a me non è mai capitato di restare meno di tre mesi senza lavoro...
anzi, l'ultima volta son passati ben 3 anni tra un lavoro ed un altro.
e io non sono uno a cui manchi la voglia di cercare.

Mi chiedo, quindi, che minchia facciamo a far parte di una comunità che si scambia debiti solo per imporre obblighi?
perchè io devo ricevere soldi dalla germania o dagli Usa per potermi comprare quel che voglio, quando mi basterebbe vivere con un po' meno e non essere costretto a svendermi?
no, dico, abbiamo telecomunicazioni, ferrovie, forze armate, poli siderurgici e fabbriche in mano ad enti esteri.
e i soldi che abbiamo in mano?
lo sapete che son stampati da un'europa che non ha al momento alcun governo politico o sovranità.
siamo un popolo affittato.
riprendiamoci qualcosa.

ecco perchè io penso che per risolvere un po' tutti i problemi sarebbe necessario partire da un bel referendum sulla permanenza o meno nell'euro.
della serie, almeno chiedetemelo, prima di farlo.

non ho risposte sul lavoro, se non un ragionamento, ripeto, modesto, sulle cause a monte.

ed è lo stesso ragionamento che chiedo al partito che andrò a votare.

stessa cosa per i finanziamenti ai partiti, per le leggi che regolano tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano, dalla TV pubblica per la quale paghiamo un canone che non esiste in nessun altro paese, per la giustizia che ha dei tempi che definirei astronomici, e tutto quanto ho attorno che non mi sta bene e che vorrei fosse cambiato.

ma qualunque sia la scelta che farete nell'urna elettorale sappiate fin da ora che i cambiamenti non avvengono mai all'istante.
non accadrà che vincerà il vostro leader politico e il giorno dopo il mondo sarà diverso.
passeranno mesi, anni, e intanto la merda avrà sempre lo stesso odore.

ma nondimeno dovete provarci.
dovete votare.
accadrà anche che il vostro partito del cuore farà le proposte migliori della terra, e le vedrà bocciate, snaturate, modificate da chi si confronterà in sede politica.
accade anche questo, persino a chi governa.

è la democrazia, è la divisione del potere per evitare che uno solo arrivi a decidere come devono vivere i tanti, è l'unica via per non arrivare alla dittatura.

o forse è questo il problema.
se per voi è così, potete sempre mettere una croce sul partito "Monarchico"...


Buon voto a tutti!!!











martedì 5 febbraio 2013

In pasto ai cani



Questo è il titolo di un libro a fumetti che da ormai dieci anni ho nel cassetto.
Una storia che parla di disperazione, di caduta libera, di malessere di vivere...
Un libro un po' autobiografico, che con molta modestia avrei condito di esperienze, di tutte le situazioni sgradevoli in cui mi son trovato coinvolto mio malgrado negli ultimi quindici anni.
Qualcuno potrebbe dire " che aspetti? scrivilo, disegnalo..." si, è vero...
Il problema è che la vita va avanti, e ogni qualvolta mi son ritrovato a dirmi " peggio di così non potrà capitarmi" ecco che svoltato l'angolo vengo puntualmente smentito.
Si, può sempre accadere di peggio.
Sempre.
Non c'è un tetto limite alle disavventure.
Nessuna regola scritta nella vita. E' il bello del gioco, no?
Non serve a nulla nemmeno rintanarsi in casa sperando che l'isolamento ti faccia da scudo.
Ogni volta accade qualcosa di inatteso, che non avevi messo in conto...
se non è un matrimonio finito male, è la mancanza di lavoro, o un ginocchio che va per cavoli suoi, un litigio o una perdita in famiglia, o una donna che ti molla o un tumore che scopri all'improvviso e attendi di sapere se il resto della tua vita sarà un calvario o meno.
Nell'ultimo anno ho sperato che la mia vita potesse raggiungere un certo livello di stabilità.
Avevo una splendida compagna, un lavoro bello e (più o meno) sicuro, che mi piaceva, una gatta simbionte attaccata alle coperte, amici, conoscenti, talento, voglia di fare, idee...
Poi tutto è cambiato.
Stravolto.
Il lavoro è rimasto, certo, ma molti pezzi si son staccati.
Depressione a mille, voglia di fare zero.
Ma si va avanti, anche per inerzia, cercando ogni giorno nuove motivazioni.
Non sempre funziona.
E allora nell'apatia, nel malumore cominci a vedere storte le cose che prima erano positive, e trovi difetti in tutto e tutti, per primo te stesso.
Gli amici non ti sembrano più tali, perchè nel momento più nero della tua vita sembrano non vederti, interessati più a cosa tu puoi dare loro che non a quello di cui hai bisogno tu.
E anche il talento, le idee diventano nulla, perchè manca il "quid", manca lo stimolo, manca il raggio di sole...
Allora ti isoli, e allontani quasi volutamente chi ti si approccia, anche fosse una bella donna...
Anticipi i tempi, sbrani, butti via e cerchi pretesti per la separazione.
Quando i pretesti non ci sono allora ti zittisci e basta, scomparendo come un ninja in una cortina di fumo, nella notte più buia.
"Sindrome da abbandono", così etichettò il mio malessere qualche mese fa uno psicologo, l'unico dal quale mi son recato in tutta la mia vita.
Si, perchè ho sempre deprecato la soluzione del sostegno medico, mi è sempre parsa da deboli.
"Sono io il mio psicologo", questa frase l'ho detta mille volte...
Quante menzogne.
Te ne accorgi solo il giorno in cui ti rendi conto di non aver mai pianto la morte di un padre, ma invece la mollata di una ragazza, quella si, l'hai pianta eccome, isterico, infantile, inconsolabile.
C'è qualcosa di storto in questa mia testa.
Qualcuno molto superficialmente dice " voi artisti siete strani"... e così chiude la questione.
Ma io non mi son mai sentito un artista...
Mai sentito particolarmente sregolato o fuori dagli schemi.
Non è artistoide prendersi sbronze continue, o mettersi a scrivere compulsivamente su internet commenti e messaggi di stato polemici...tutto ciò è solo stupido, insensato, roba che si fa quando dentro hai il vuoto e cerchi di riempirlo in qualche modo...
Una volta, non so dove e non ricordo da chi, ho sentito dire che quando una persona nasconde un terribile segreto o un gran malessere, prima o poi tutto ciò si trasforma in una gran malattia fisica, in un decadimento progressivo ed inarrestabile.
Non so se ciò mi stia accadendo.
A mio padre è accaduto...
Non so nemmeno se lo stia desiderando inconsciamente per pareggiare i conti con lui.
Però un'avvisaglia c'è.
Il campanello d'allarme lo sto sentendo proprio adesso.
Più di un anno fa era una macchia nel polpaccio, poi un neo, adesso un piccolo tumore, grosso come una noce.
Certo, non so nemmeno sia una roba cattiva o benigna, questo lo decideranno gli esami specifici, dopo averlo rimosso.
non è il momento di allarmismi o altre esternazioni...
Però fa molto male, fisicamente, e questo non è un buon segno...
Fa pensare, questo si, è l'unica cosa certa.
Tra qualche giorno ne saprò di più.

e in ogni caso non sarei nè il primo, nè l'ultimo ad avere un problema simile.
Anche in questo non sono speciale. Nè per il mondo nè per chi mi sta attorno.

Il mio libro è ancora ben lungi dall'essere scritto.
Forse il capitolo più importante devo ancora viverlo...o forse no.
Io attendo.
Nel frattempo cosa mi rimane se non continuare a disegnare...?
Pardon, volevo dire vivere, ma per me è la stessa cosa.